A Bologna sono decine e decine di migliaia, un lungo corteo – quattro km di distanza dalla testa alla coda – da metà di via Andrea Costa,in zona stadio, fino a piazza Maggiore e poi piazza VIII agosto, per la Giornata contro le mafie. L’associazione Libera stima una partecipazione di 200mila persone (“Il 21 marzo più partecipato”, commenta il coordinatore regionale di Libera Daniele Borghi), una cifra assolutamente attendibile.
In testa i famigliari delle vittime della mafia, dietro Libera Emilia-Romagna, poi gli studenti e i giovani, da tutta la provincia ma anche dalla Calabria e dalla Sicilia, da Mestre, da Savona, scout laici e cattolici con bandiere e zaini, intere classi delle medie e delle superiori, accompagnate dalle insegnanti, persino dalla Sardegna. Per arrivare in piazza Maggiore c’è voluta più di un’ora, due ore per piazza VIII agosto: ad accogliere lì don Luigi Ciotti centinaia di bambini delle scuole, e semplici cittadini, che lo salutano con un “Grazie don Luigi”. Il presidente del Senato Pietro Grasso arriva e abbraccia i parenti delle vittime; in particolare il padre di un agente ucciso nel 1989, Antonino Agostino: Vincenzo, sempre presente alle manifestazioni di Libera, ha 86 anni e una lunga barba, che, ribadisce, si taglierà solo quando avrà giustizia per il figlio. In piazza VIII agosto, piena all’inverosimile, in un silenzio surreale, mentre la gente è con gli occhi chiusi, inizia la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, delle stragi e del terrorismo, mentre ancora in migliaia scorrono in via Indipendenza. Dal palco di piazza VIII agosto prende la parola, a nome di tutti i famigliari colpiti da un lutto per mano della mafia, Margherita Asta, che ha perso la madre e i fratelli nella strage di Pizzolungo: “Questa piazza chiede un salto di qualità alla politica. Ogni giorno sia il 21 marzo”.
Don Luigi Ciotti è arrivato allo Stadio verso le 9, dopo che i pullman avevano portato i parenti delle vittime, seicento, che con dignità alzano i cartelli, portano le foto dei loro cari, in silenzio chiedono giustizia e verità. “Non è più possibile andare avanti così, con mezze leggi o leggi di compromesso. Su corruzione e falso in bilancio occorrono leggi più determinate: corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia, lo dicono qui migliaia di giovani. Siamo qui – prosegue don Ciotti – non per commemorare ma per graffiare dentro le coscienze di tutti”. Dal palco di piazza VIII agosto, indirizzato ai politici: “Introducete il reddito di cittadinanza, cancellate il vitalizio ai deputati e senatori condannati in via definitiva per mafia e corruzione”, e avverte: “Libera è libera, nessuno la strumentalizzi o la usi, ma sia ben chiaro che ogni lotta per la giustizia sociale ci vedrà al fianco di chi ci mette la faccia”.
Le uniche bandiere sono quelle di Libera, sventolate o portate addosso come scialli. Gli scout portano uno striscione arcobaleno della pace, lungo dieci metri. Viali bloccati, i pullman parcheggiati ai lati, corrono i ragazzi delle scuole. Dalle finestre la gente lancia fiori e petali sul corteo, saluta e applaude. “Oggi Bologna è la capitale dell’antimafia, ma è anche la capitale di un no deciso alla criminalità organizzata e alla corruzione”, commenta il sindacoVirginio Merola. “Oggi deve essere un momento di svolta nella vita civile del nostro paese”. Stefano Bonaccini, governatore della Regione, abbraccia il popolo di Libera: “Questa è la nostra regione, una terra che in questi giorni apre le braccia per accogliere un popolo che, come dice il carissimo don Luigi Ciotti, con la sua partecipazione vuole dire con chiarezza da che parte sta. “C’è un pezzo rilevante dell’Italia che scommette sull’onestà, sulla legalità e la voglia di dire che c’è un paese che sa reagire”. Per Romano Prodi è “una bella giornata, spero per tutta l’Italia, non solo per Bologna. Spero che aiuti le coscienze perché la lotta alla mafia va fatta tutti i giorni. E’ uno dei cortei più belli visti a Bologna”.
di ELEONORA CAPELLI e ILARIA VENTURI
(La Repubblica )