Archivio mensile:aprile 2014

CHIARIMENTI SUL 416ter

stop tangenti

  La riforma del 416 TER

Lo scambio elettorale politico-mafioso è un reato disciplinato dall’articolo 416 ter del codice penale italiano, inserito nel libro secondo. Il reato è stato introdotto dal D.L. n. 306 del 1992 convertito con modificazioni dalla legge n. 356 del 7 agosto 1992 e modificato ancora il 16 aprile 2014 sotto la spinta di quasi 500mila cittadini che hanno firmato la campagna Riparte il futuro.

L’articolo, che vuole contrastare i legami politico-mafiosi, è strettamente connesso con la fattispecie prevista dall’art. 416 bis: infatti prevede la pena per chi ottiene la promessa dei voti dalla criminalità organizzata (il procacciamento di voti per sé o per altri o l’ostacolo al libero esercizio del voto rientra tra i programmi dell’associazione mafiosa) in cambio della erogazione di denaro.

(VEDI I DUE TESTI DI LEGGE A CONFRONTO)

 http://www.riparteilfuturo.it/confronto-416ter/

CANDIDATI SINDACO, CI RIVOLGIAMO A VOI!

Ci rivolgiamo a tutti i candidati sindaco alle elezioni amministrative di maggio 2014 di qualunque partito, lista e schieramento: anti corruzione e trasparenza non possono e non devono avere colori politici. Se siete d’accordo con quanto segue l’asciate un commento nell’apposita sezione. Potete mandare il CURRICULUM e le altre informazioni  liberavalsangone@gmail.com cosi da potervi dedicare una pagina personalizzata

Ai candidati sindaci chiediamo di mettere in cima alla propria agenda la lotta alla corruzione in tre modi:

1 – Rendendo trasparente la propria candidatura in campagna elettorale, attraverso la pubblicazione del proprio Curriculum Vitae, la propria storia giudiziaria, la propria situazione reddituale e patrimoniale e autodichiarando potenziali conflitti d’interesse.

2 – Promettendo di adottare la delibera “Trasparenza a costo zero” entro i primi 100 giorni.

La delibera richiede:

  • pubblicazione online e diffusione dell‘anagrafe di tutti gli eletti;
  • informazione semplificata sui bilanci del comune, fornendo dati dettagliati su partecipate ed enti simili;
  • adozione di un codice etico comunale su modello della Carta di Pisa promossa da Avviso Pubblico
  • creazione di una Tavola pubblica per la trasparenza, composta da istituzioni e società civile
  • trasparenza sulla gestione dei beni confiscati (per i comuni che li hanno), attraverso un elenco pubblico dei beni, i bandi per le assegnazioni, le verifiche e le informazioni sull’utilizzo.

3 – Impegnandosi ad attuare le prescrizioni della delibera entro i successivi 200 giorni

Per ulteriori delucidazioni ci si può informare direttamente dal sito di “Riparte il Futuro” o nella sezione “Domande”

http://www.riparteilfuturo.it/

RIPARTE IL FUTURO CON LA LEGALITA’

La riforma del 416ter è legge: una buona notizia, con un errore da correggere

riparte416

http://www.riparteilfuturo.it/la-riforma-del-416ter-e-legge-una-buona-notizia-con-un-errore-da-correggere/

E’ stato FINALMENTE approvata la legge che sanziona IL VOTO DI SCAMBIO!

Molte sono le polemiche che hanno accompagnato il lungo percorso di questa legge voluta dallo stesso FALCONE più di 20 anni fa. In un primo tempo, alla stesura della legge, alla Camera è stato votato all’unanimità, il testo che prevedeva l’introduzione delle “famose parole” ..

“E QUALUNQUE ALTRA UTILITA’ ” riferito a qualunque beneficio il politico o il mafioso potesse ottenere dallo scambio.

Tale scambio si chiedeva di punirlo con una pena che andava da 7 a 12 anni di carcere, ma una volta in Senato, una forte opposizione si è alzata, motivandola che si poteva incorrere in “anticostituzionalità” in quanto una pena simile era già applicata per altro reato (associazione a delinquere di stampo mafioso). Inoltre il testo si prestava ad interpretazioni tali da compromettere anche cittadini all’oscuro di “trattare con mafiosi”.

Quindi, se da una parte siamo contenti che la legge sia stata approvata, resta ancora qualcosa da migliorare, da qui la campagna di RIPARTE IL FUTURO

SOSTENIAMO QUESTA CAMPAGNA FIRMANDO

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TIBERIO BENTIVOGLIO

Locandina invito

LIBERA VALSANGONE  è lieta di invitarvi all’incontro con TIBERIO BENTIVOGLIO, un moderno EROE che da ventanni si oppone a chi lo vuol privare della sua libertà, imponendo in in territorio martoriato un clima di sudditanza e omertà: LA ‘NDRANGHETA!

Di lui Nando della Chiesa scrive:

 “Non ci crederete. Ma il suo biglietto da visita è lo sguardo. Un lampo mite che si accende nel sole vespertino di Reggio Calabria. Che ti annuncia qualcosa di speciale prima ancora che un amico ti prenda da parte e ti racconti la sua storia da leggenda. Perché Tiberio Bentivoglio è davvero un uomo, un imprenditore speciale. Che per non pagare il pizzo ha tenuto testa alla ‘ndrangheta reggina per vent’anni sfidando scogli e ciclopi e traditori come un Ulisse moderno, navigando su una zattera tutta sua tra pavidità di funzionari pubblici o di preti in odore di antimafia.

Non avrebbe certo immaginato questo destino negli anni Settanta, quando gli venne in mente di aprire un negozio di articoli sanitari, piccola impresa da seguire con la moglie Vincenza e pochi collaboratori. Non lo immaginò senz’altro nel giorno della grande festa, il 25 aprile del 1992: quando, felice per i suoi successi, fece il grande passo e aprì un vero emporio sanitario, 450 metri quadri con un grappolo di dipendenti.

È allora che i corvi arrivano infatti a posarsi su di lui e sul suo lavoro. Il primo grande furto lo subisce già in luglio. Poi, negli anni, ne arrivano altri. Nel ’98 c’è il salto di qualità, giusto per chiarire che si tratta di pizzo: viene dato alle fiamme il furgone della sanitaria. Ma nessuno indaga, nessuno lo interroga.

In compenso si fanno vive la banche. Deve rientrare dalla scopertura, chiudere i debiti contratti per rimediare ai furti e all’incendio. Di più. I fornitori ancora gli vendono le merci ma senza più pagamenti agevolati, chissà mai che gli capiti qualcosa e sia difficile recuperare i crediti. Nulla di strano.A Reggio in fondo la ‘ndrangheta non ha mai avuto vita difficile, almeno fino a pochissimi anni fa. Per un investigatore che fa il suo dovere ce ne sono il doppio o il triplo che insabbiano o si voltano dall’altra parte. Tiberio scopre la realtà: di qua un mondo, quello che dovrebbe proteggerlo, vischioso e indolente, di là un avversario di mente e mano fermissime.

Così nel 2003 arriva la bomba che devasta l’emporio S.Elia. E un altro incendio doloso arriva nel 2005. Le vicissitudini giudiziarie e amministrative sono troppo intricate per raccontarle. Ma certo colpisce questa passerella di ministri che a Roma invitano a credere nello Stato, a ribellarsi ai clan perché ognuno deve fare il suo dovere, e lui che scopre solo casualmente in questura che esiste una legge che gli consente di chiedere il risarcimento del danno subito, perché quelli che ne raccolgono le denunce e lo sentono disperarsi mica lo avvertono dei suoi diritti. Colpiscono i ritardi infiniti della prefettura, quella pratica che non si smuove mai, fino a strangolarlo, perché lo Stato ha cento modi per farti inginocchiare davanti alla violenza mafiosa. Fino alla scelta obbligata e dolorosa di andare lui fuori legge, di non pagare più i contributi ai suoi dipendenti pur di non metterli sulla strada in una Calabria dove la disoccupazione tocca cifre da capogiro. Deve intervenire Libera perché quel risarcimento inizi finalmente a essere onorato.

Non una ma più volte l’associazione manda proprie delegazioni a Reggio e interviene su Roma per difendere l’imprenditore che non si è arreso. Ma parallelamente è uno stillicidio di episodi che portano tutti il segno della solitudine e della paura. Pignoramenti, lettere minatorie, un altro incendio della sanitaria. Perfino il processo che porta in carcere gli aguzzini è una parziale sconfitta. Non viene riconosciuta l’estorsione, infatti, con le conseguenze devastanti che questo ha per i suoi diritti. È il febbraio del 2010.

Il 9 febbraio del 2011, esattamente un anno dopo la condanna degli aguzzini, Tiberio subisce un attentato rimasto quasi sconosciuto alle cronache nazionali. E questa volta il bersaglio fisico è lui, la sua persona. Gli sparano dopo che è sceso dal furgone, mentre sta andando a lavorare nel suo frutteto. Sei colpi. Uno lo prende al polpaccio, uno lo prende alla schiena ma finisce per fortuna sul marsupio, dagli altri si salva gettandosi dentro il furgone. Allora anche le autorità che si sono rifiutate d’incontrarlo si profondono in comunicati di solidarietà. Allora si scopre che gli imprenditori “non devono essere lasciati soli”. “Sei come Garibaldi”, gli scrive un amico, “anche tu ferito a una gamba in Aspromonte”. Due mesi dopo però arriva la rivincita. L’operazione “Raccordo” della Dda di Reggio Calabria gli dà ragione su tutta la linea. Disegna la trama associativa e il reticolo criminale che lo ha colpito impunemente più volte. Il quartiere Condera, il racket, il boss Santo Crucitti (che finisce agli arresti), il ruolo ambiguo del parroco, e al centro lui, Tiberio, vittima designata e coraggioso fondatore della associazione anti-racket “Reggio Libera Reggio”. Ci sono voluti vent’anni, quanti nessuno forse ha mai saputo resistere. Nella Reggio svergognata dallo scioglimento del consiglio comunale, lo sguardo giusto di Tiberio Bentivoglio racconta una storia che l’Italia ciarliera e sciatta di questi giorni dovrebbe conoscere e onorare.”

Il Fatto Quotidiano, 17 Febbraio 2013

GIAVENO, UNA NUOVA PIAZZA DEDICATA AI GIUDICI FALCONE E BORSELLINO

Il 28 Marzo in Giaveno, l’amministrazione ha dedicato una piccola piazzetta adibita a parcheggio pubblico ai magistrati ANTIMAFIA -GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO. LIBERA era presente con la rappresentanza del presidio VALSANGONE (Don Pino Puglisi).

Tra i partecipanti, oltre la presenza di alcune associazioni, c’erano i ragazzi della scuola elementare “ANNA FRANK” i quali hanno letto brani del libro di Alberto Melis “DA CHE PARTE STARE” che racconta la vita giovanile dei due magistrati raccontata dalle due sorelle.
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